Dal XVII secolo le bottiglie vengono realizzate in vetro, un materiale inerte e pertanto perfetto per assolvere la seconda funzione. Risulta maggiormente ostico invece soddisfare il primo requisito, ovvero la protezione del prodotto.
Il vino deve essere protetto dall'aria e dalla luce. Tappi adatti prevengono l'ossidazione (il contatto indesiderato con l'aria). In pratica i tappi di sughero si usano da quando si è iniziato a utilizzare la bottiglia. I moderni sistemi di chiusura come i tappi a corona o a vite danno tuttavia risultati migliori. Ma avremo modo di parlarne in un altro articolo.
Procedendo per ordine d'importanza, la protezione dalla luce è la seconda funzione svolta dalla bottiglia, poiché il vino è fotosensibile. I vini esposti a lungo alla luce sviluppano un sapore tipico, detto "gusto di luce". Nel peggiore dei casi, al naso presentano sentori di zolfo, uovo marcio, cipolla o cavolo bollito. Una buona bottiglia deve essere pertanto realizzata in vetro verde o blu, nella tonalità più scura possibile. Nel caso di bottiglie in vetro trasparente è bene adoperare la massima cautela e conservarle assolutamente al buio.
Nel corso dei secoli nelle diverse regioni vitivinicole si sono sviluppate forme di bottiglie molte diverse, poi affermatesi come standard.
La borgognotta o borgognona
Questa bottiglia panciuta è originaria della Borgogna, ma viene utilizzata anche nella Valle della Loira e del Rodano. In tutto il mondo i vitigni di queste zone vengono pertanto imbottigliate nella borgognotta: Pinot noir, Chardonnay, Gamay, Syrah, Grenache o anche Sauvignon blanc e Chenin blanc.